Lectio divina domenica delle Palme - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 10 aprile 2022, Domenica delle Palme - Anno C

Chiamati tutti ad essere in paradiso
Isaia 50, 4-7 . Salmo 21 . Filippesi 2, 6-11 . Luca 22, 14-23,56

Lettura
La narrazione della passione e morte di Gesù secondo Luca, pur articolandosi seguendo lo schema caratteristico di Marco e Matteo, presenta aspetti e particolari propri. Si richiede quindi un'attenta lettura per cogliere le novità lucane. La passione costituisce l'ultima tappa del cammino di Gesù fino a Gerusalemme Qui però l'itinerario non si ferma perché, nella città santa, riprenderà il suo corso per mezzo dei discepoli che accolgono il Signore risorto. La Struttura del racconto della passione può essere cosi articolata: l'ultima cena 22, 1-38; l'agonia e l'arresto 22, 39-53, il processo giudaico 22, 54-71, il processo romano 23, 1-25; la crocefissione morte e sepoltura 23, 26-56. Ci soffermeremo soltanto sull'ultima parte, iniziando da quando Gesù viene abbandonato da Pilato alla volontà dei giudei ed è già stato crocefisso.

Lc 23, ... 33-56
33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto". 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto 37e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". 38Sopra di lui c'era anche una scritta: "Costui è il re dei Giudei".
39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!". 40L'altro invece lo rimproverava dicendo: "Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male". 42E disse: "Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno". 43Gli rispose: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso".
44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo, spirò.
47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: "Veramente quest'uomo era giusto". 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
50Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51Egli non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Commento
Il passo da noi considerato si apre con una prima scena che presenta Gesù in viaggio verso il Calvario. Nel suo cammino è circondato da personaggi che, nella narrazione lucana, diventano emblematici e ne creano il telaio portante. Dapprima incontriamo Simone di Cirene, "che veniva dalla campagna e gli mettono addosso la croce da portare dietro a Gesù". Poiché l'evangelista, rispetto agli altri sinottici, toglie la menzione della flagellazione e la scena dei maltrattamenti, il compito di Simone non è più soltanto di aiutare un condannato ridotto ormai ad una debolezza fisica estrema. Se poi si considera la sottolineatura di dover portare la croce "dietro a Gesù", sembra che Luca suggerisca al lettore di vedere in Simone l'immagine del discepolo, che porta la croce ogni giorno dietro al maestro, come lui si era espresso in Lc 9,23. Abbiamo poi "una grande folla di popolo e di donne che si battono il petto e fanno lamenti su di lui". Mentre in Marco Gesù va solo verso il suo morire, Luca lo circonda di personaggi che sono interessati a lui. Spiccano tra gli altri le donne, che col pianto manifestano Gesù Messia sofferente e sono occasione per lui di pronunciare una profezia su Gerusalemme, che lo aveva rifiutato. Infine anche due malfattori sono "condotti insieme con lui per essere giustiziati".
La seconda scena si colloca sul Calvario e lì si staglia nitidamente la figura di Gesù Cristo che, solidale con l'umanità fino al punto di essere crocefisso tra "due malfattori", offre da quella posizione il perdono a tutti ed in particolare ai nemici: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Il comportamento di Gesù è coerente fino all'ultimo con l'insegnamento da lui impartito ai suoi discepoli (cfr. Lc 6). Luca presenta la reazione di cinque categorie di persone davanti a Gesù crocefisso. "Il popolo sta a vedere", indifferente per ora, ma rispettoso. I capi lo deridono, ironizzando sulla sua pretesa messianica: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso se è il Cristo di Dio, il suo eletto". "Anche i soldati lo scherniscono", riferendosi alla sua presunta regalità. Da ultimo è insultato da uno dei malfattori, il quale chiede a Gesù di manifestare la sua messianicità salvando tutti dal patibolo della croce. La reazione del secondo malfattore è completamente diversa da quella del primo. Dapprima egli invita il socio ad avere timore di Dio, che lì in Gesù è condannato alla loro stessa pena, e poi dichiara la loro colpevolezza e l'innocenza di Gesù: "non ha fatto nulla di male". È a questo punto che il malfattore, rivolgendosi direttamente a Gesù, invoca da lui la salvezza: "ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". La risposta di Gesù va al di là di ogni aspettativa: "oggi sarai con me nel paradiso". Qui abbiamo un punto decisivo dell'opera di Luca e nel malfattore detto "buono" si intravede ogni discepolo. Infatti chi giunge ad incontrare Gesù, da qualsiasi storia provenga, e a lui si affida, creando una relazione interpersonale significativa e decisiva, ottiene subito la salvezza. Questa diventa definitiva per chi muore con Cristo e come lui.
La terza scena presenta la morte di Gesù che è preceduta da due segni: l'oscuramento per tre ore del sole e la scissura del velo del tempio. I segni indicano fatti straordinari che richiamano l'eccezionalità dell'avvenimento che si sta realizzando sul Calvario. Al centro sono collocate le sue ultime parole prima di spirare: "Padre nelle tue mani consegno il mio spirito". Citando il salmo 31, una preghiera di fiducia, la morte di Gesù, presentata da Luca, diventa un sereno abbandono nelle braccia del Padre. Così egli è esempio per il discepolo: di come ci si deve affidare nelle mani di Dio e di come si deve andare incontro alla morte. Davanti a Gesù morto, l'evangelista riporta nuovamente delle reazioni di persone che interagiscono con lui. Il centurione romano proclama l'innocenza del condannato, le folle tornano a casa pentite battendosi il petto, i suoi con le donne assistono da lontano e guardano gli avvenimenti. La morte in croce di Gesù produce sicuri risultati positivi in chi ha costruito una relazione interpersonale con lui. Restano esclusi per ora da questo quadro, ma non definitivamente, i capi ed il primo malfattore perché non hanno avuto l'umiltà ed il coraggio di dialogare costruttivamente con Gesù. La croce è sempre efficace per la conversione e richiede almeno un minimo di coinvolgimento personale. La su potenza è talmente grande da trasformare gli schernitori (i soldati rappresentati dal centurione) in proclamatori dell'innocenza di Gesù, la folla indifferente in un popolo consapevole dei suoi sbagli e quindi penitente ed i discepoli che, se anche hanno visto da lontano, diventeranno capaci di testimoniare il Signore.

Chi cammina con Gesù, portando ogni giorno la croce dietro a lui e perdonando come lui, entra sicuramente in paradiso. La sua morte è per i cristiani, insegnamento di come si fa ad accogliere la volontà di Dio e di come si deve morire. Per ora resta a noi discepoli il compito di entrare in profonda comunione con lui per testimoniare nella storia.

COLLEGAMENTO TRA LE LETTURE
Il tema centrale della domenica, detta delle "Palme", è costituito dal dono della salvezza offerta ai discepoli che interagiscono con Gesù Cristo. L'inno cristologico della Lettera ai Filippesi delinea con chiarezza il dramma d'umiliazione ed esaltazione di Cristo Gesù, che pur essendo di natura divina, spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo per il bene di tutta l'umanità. Cristo in croce, racconta Luca, è una provocazione forte davanti alla quale non si può restare indifferenti. O ci si schiera contro oppure ci si affida a lui, come ha fatto il brigante crocifisso con lui. Chi sceglie di stare con Gesù deve essere consapevole che dovrà condividere col maestro due esperienze: portare la croce e perdonare anche i nemici. Camminando così si sperimenta già oggi il "paradiso". Tutto quanto è espresso nel racconto evangelico e nella Lettera ai Filippesi è anticipato profeticamente nel passo di Isaia. Il sevo del Signore, chiamato ad indirizzare allo sfiduciato una parola di conforto e speranza, svolge il suo ministero in ascolto fedele della Parola di Dio, affrontando con coraggio le difficoltà che s'incontrano. La contemplazione di questi misteri diventa stimolo per la vita cristiana.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)