Lectio divina sul libro dell'Apocalisse- 11

APOCALISSE
Undicesima Lettura

Lettura
Siamo sempre all'interno della sala dove si celebra la liturgia celeste. Dopo il cantico dei vegliardi e degli esseri viventi al capitolo sesto inizia l'apertura dei sigilli.

Ap 6, 1-8
1E vidi, quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, e udii il primo dei quattro esseri viventi che diceva come con voce di tuono: "Vieni". 2E vidi: ecco, un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso per vincere ancora.
3Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che diceva: "Vieni". 4Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada.
5Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che diceva: "Vieni". E vidi: ecco, un cavallo nero. Colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. 6E udii come una voce in mezzo ai quattro esseri viventi, che diceva: "Una misura di grano per un denaro, e tre misure d'orzo per un denaro! Olio e vino non siano toccati".
7Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: "Vieni". 8E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

Commento
Nel silenzio l'Agnello Cristo inizia a sciogliere i sette sigilli con cui il rotolo è bloccato. Col capitolo sesto inizia uno dei grandi settenari che reggono la struttura dell'opera. È una specie di settimana universale nella quale si raccolgono le epoche storiche e si mettono insieme i periodi della storia, gli eventi e le vicende passate, presenti e future. Colpisce l'apertura dei primi 4 sigilli con la presentazione di altrettanti cavalli e cavalieri che seguono nel loro ingresso un modulo fisso. Il quadro si ispira sicuramente al profeta Zaccaria 1, 8-11 e 6,1-6. L'autore dell'Apocalisse presenta un quadro più intenso e forte. A convocare i cavalieri sono i 4 "esseri viventi" della corte celeste. Le forze terribili della storia non sono indipendenti ma sono sotto il controllo della giurisdizione divina. Il primo cavallo che entra in scena è bianco ed è cavalcato da un arciere (vv.1-2). Il significato di questa presenza è incerto. Alcuni vedono in lui Cristo Signore e vincitore del male, che cavalca gli spazi dei secoli come si dirà in 19,11-16. Il bianco è il colore della gloria pasquale e della vita luminosa di Dio. L'arco è il segno che rimanda al giudizio di Dio, la corona è il segno della vittoria presente e futura sul male. Altri pensano che questo cavaliere come gli altri siano incarnazione di un elemento negativo della storia, un emblema del potere militare in quanto il generale vittorioso sfilava nella parata militare, cavalcando un destriero bianco. Altri pensano che l'autore alluda al popolo dei Parti succeduti ai persiani e nemici dei romani. Certo che il cavallo bianco segno della vittoria e l'arco strumento bellico riportano alla battaglia degli eserciti. Assieme con gli altri flagelli che seguiranno la guerra è l'incubo che procura molte sofferenze nella storia. Il secondo sigillo viene spezzato ed appare il secondo cavallo. Il colore rosso del suo mantello evoca spargimento di sangue. Muore la pace e trionfa la violenza. È un massacro globale e il sangue inonda il pianeta ove ci si "sgozza a vicenda". Su tutta la scena si leva il simbolo terribile di una enorme spada, retto dal cavaliere (vv.3-4). Nel quadro drammatico si riassumono secoli e secoli di storia dominati dal sangue delle guerre. Si riassumono infinite storie personali dominate dal rancore, dalla vendetta e dall'odio. Si riassumono relazioni sociali fatte di sfruttamento e di oppressione[1] . Viene aperto poi il terzo sigillo ed appare il terzo cavallo con il cavaliere. Il destriero è nero ed è simbolo della morte per fame (vv.5-6). I viveri rincaravano sempre di più. Il "denaro" era la paga giornaliera di un operaio corrispondente circa a 50 euro odierni. Con un denaro si poteva acquistare solo una "misura"[2] di generi alimentari, mentre normalmente si poteva comprare da 8 a 16 misure. La bilancia indica le risorse sempre più esigue, controlli sempre più severi, uno scambio rigoroso e la fine di mercati abbondanti e prosperi con ampia offerta di derrate alimentari. È un dramma costante ancora oggi presente con un occidente opulento ed un terzo mondo miserabile ed indebitato. Il cavaliere della fame corre anche oggi in Africa, nelle favelas, nell'Amazzonia, nei campi profughi, in Siria, nel corpo denutrito dei bimbi affamati. Allo spezzare del quarto sigillo appare un cavallo verdastro cavalcato dalla morte. Il colore verde rimanda alla paura, alla cattiva salute, ma qui rappresenta i cadaveri in decomposizione (vv. 7-8). La morte è accompagnata da un triste corte: l'Ade, il dio signore dell'oltretomba, la spada, la fame, la peste, le belve. La loro signoria è vasta ma limitata infatti soltanto un quarto della terra è nelle loro mani perché Dio solo è il Signore di tutto. Guerra, violenza, fame e morte sono però presenti nella nostra storia e seminano sofferenza e angoscia.

- Si invita ad essere consapevoli del male che c'è nel mondo e a non coprirsi gli occhi o chiudere gli orecchi. È necessario vedere anche il bene che c'è nel mondo
- Nonostante il male sia presente Dio ha in mano le redini di tutto.
- È necessario non collaborare a diffondere il male e la morte.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?


[1] Il Qoelet osservava: “Mi sono messo a considerare tutte le violenze perpetrate sotto il sole: ecco le lacrime delle vittime da nessuno consolate; da nessuno consolate contro il forte potere dei potenti” (Qoelet 4,1).

[2]La “misura” era una unità di peso per i solidi e i liquidi, corrispondente a circa 1 litro e mezzo. Con un denaro si compravano 12 misure di grano e 24 di orzo.