Lectio Divina XI Domenica T.O.- A

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale "Madonna della Salute"
Goito 18 giugno 2023 - XI Domenica T.O.

Tutti missionari con le parole e con i fatti
Esodo 19, 2-6 . Salmo 99 . Romani 5, 6-11 . Matteo 9, 36 - 10, 8

Lettura
Dopo il "discorso della montagna" (cc. 5-7), l'evangelista raccoglie in due capitoli (cc. 8-9) materiali che presentano le opere potenti compiute dal Messia. Egli non solo proclama la parola di salvezza, ma la realizza concretamente nella vita delle persone. Un segno di cui Gesù si serve per testimoniare la sua opera è il miracolo. La liturgia odierna ci riporta gli ultimi versetti di questa parte del vangelo ed i primi del secondo grande discorso di Gesù: le istruzioni date ai discepoli (c. 10).

Mt 9, 36-10,8
36Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore . 37Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!".
10, 1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Contenuto
Il brano odierno inizia con una nota redazionale contenente la reazione emotiva di Gesù nei confronti del popolo ("Gesù, vedendo le folle, sentì compassione... ") ed una sua sentenza riguardante i discepoli: "la messe è molta, ma gli operai sono pochi". Alla condizione miserevole del popolo corrisponde la compassione di Gesù, che è all'origine della missione allargata poi ai discepoli. Poiché vi è contrasto tra l'abbondanza della messe e la scarsità degli operai addetti alla mietitura, Gesù chiede ai discepoli di pregare perché molti operai possano continuare la sua missione. Inizia poi il cosiddetto "discorso di missione", che si divide in due parti: la chiamata dei discepoli-apostoli (10, 1-4) e il loro invio in missione con le relative istruzioni (10, 5-15). Nel testo liturgico quest'ultima parte non è riportata per intero; abbiamo soltanto l'indicazione dei destinatari della missione ed il programma consegnato ai discepoli. Matteo inizia il capitolo presentando Gesù che chiama a sé i dodici discepoli per affidare loro la sua stessa autorità. Questa autorità messianica, donata da Gesù ai suoi, li abilita all'annuncio autorevole del vangelo accompagnato da segni, che rendono credibile la loro predicazione. Il numero dodici si collega alle dodici tribù d'Israele, che rappresentano il popolo di Dio. Nel gruppo dei dodici, di cui sono riportati i nomi ed alcune caratteristiche personali, è da sottolineare il posto preminente occupato da Pietro. Nel gruppo poi, passano in secondo piano l'appartenenza alle antiche tribù d'Israele e la militanza religiosa degli individui. Infatti convivono ebrei osservanti, un "pubblicano", considerato collaborazionista col potere dominante, e un nazionalista ("Simone il cananeo", che significa zelota o nazionalista) che si era impegnato a combattere gli stranieri dominatori. Dopo la presentazione dei dodici abbiamo le istruzioni affidate da Gesù agli inviati. Colpisce la delimitazione del loro ambito d'azione: "non andate tra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele". Come Gesù, anche gli apostoli, collaboratori diretti del maestro, sono mandati ad annunciare il regno prima di tutto agli ebrei. Solo dopo la sua passione, morte e resurrezione di Gesù la loro missione si aprirà a tutte le genti. Infine troviamo indicato il programma missionario scandito in due momenti: l'annuncio del regno ("strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino") ed il suo compimento nei segni autorevoli e credibili ("guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni").

Senza preconcetti Gesù chiama i discepoli a collaborare con la sua missione e a prolungarla dopo la sua Pasqua. A fondamento dell'incarico ricevuto i discepoli sanno che vi é la condivisione, da parte del Signore, delle necessità dell'umanità. Per questo ogni servizio, ispirato al vangelo, deve proclamare in modo forte la presenza di Dio nella storia e dichiarare con le opere che il Signore, attraverso la Chiesa, continua a risollevare le miserie dell'umanità. È allora conseguenza irrinunciabile la preghiera incessante, perché sempre ci siano operai per il vangelo.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
L'immagine biblica del "popolo di Dio" dà unità alle tre letture. Nella prima lettura troviamo le radici del popolo di Dio, quando il Signore promette ai figli d'Israele di costituirli come suo popolo, "un regno di sacerdoti e una nazione santa". Per mezzo di Mosé il Signore presenta la condizione fondamentale per entrare e vivere nell'alleanza: "ora, se voi vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza". Questa proposta è preceduta dall'azione gratuita ed efficace di Dio che ha fatto uscire il popolo dalla condizione di schiavitù in Egitto e lo ha condotto fino alla montagna dell'alleanza. L'immagine del nuovo popolo di Dio si ritrova anche nel vangelo, quando Gesù associa alla sua missione di pastore messianico il gruppo dei dodici, inviato alle "pecore perdute della casa di Israele". Essi dovranno guidare, nel nome del Signore, il gregge che vaga senza pastore. La seconda lettura manifesta il criterio di fondo attraverso il quale si partecipa al popolo di Dio: "Dio dimostra il suo amore per noi perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". La vita piena, donata da Gesù Cristo, è anche la meta del cammino del popolo di Dio.

PER ATTUALIZZARE
- I discepoli del Signore condividono con lui la missione di portare il vangelo a tutti.
- L'umanità è da guardare con comprensione, così come ha fatto Gesù, condividendone le ansie e le sofferenze ed offrendo percorsi di ripresa e di speranza.
- Necessità persistente di pregare perché nella comunità non manchino mai gli "operai" necessari per il vangelo.

PER APPROFONDIRE
CdA nn. 432-435: La Chiesa definitivo popolo di Dio; nn. 560-561: La missione di ogni cristiano