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Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 29 giugno 2025 Solennità dei Santi Pietro e Paolo - Anno C
Pietro e Paolo: testimoni generosi della fedeAtti 12,1-11 • Salmo 33 • 2 Timoteo 4,6-8.17-18 • Matteo 16,13-19
Lettura
La liturgia odierna, nella festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, ci propone un passo del vangelo secondo Matteo. Il brano fa parte dei capitoli 14-17 che, insieme ad altre tematiche, sottolineano in modo particolare la figura di Pietro ed il suo ruolo nel gruppo dei dodici e nella chiesa primitiva.
Mt 16, 13-1913Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". 14Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". 15Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". 16Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". 17E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".CommentoIl brano si può considerare organizzato in due parti. Nella prima (vv.13-17) abbiamo come un dialogo tra Gesù ed i suoi discepoli. Prima Gesù chiede a loro un parere su quanto la gente dice di lui e poi direttamente domanda ad essi: "voi chi dite che io sia?". Pietro rappresentante e portavoce dei discepoli dice: "Tu sei il Cristo...". La seconda parte (vv.18-20) è dominata dalla parola solenne di Gesù che risponde alla proclamazione fatta da Pietro: "E io ti dico: tu sei Pietro...". La parola di Gesù nei riguardi del discepolo credente non solo cambia radicalmente la sua identità ma gli conferisce anche un ruolo definito nella chiesa e lo rende partecipe del suo potere nei confronti delle "porte degli inferi", cioè del male. Il brano è aperto e chiuso da due annotazioni che fanno da cornice. Quella d'apertura dà l'ambientazione geografica e presenta gli interlocutori: "essendo giunto nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli" (v.16a). Alla fine è ancora Gesù che dà ad essi l'ordine di non rivelare a nessuno la sua identità messianica: "ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo" (v.20). Questo versetto è stato omesso dal testo liturgico.
Davanti alle diverse interpretazioni date dalla gente nei confronti di Gesù, i discepoli per bocca di Pietro riconoscono in lui il Cristo, il Figlio di Dio. Ogni discepolo che giunge alla fede, come Pietro, fa parte dei piccoli ai quali il Padre manifesta il regno. Pietro è presentato anche come esempio del discepolo di Gesù e di chi nella comunità ha ricevuto un compito di responsabilità in ordine alla partecipazione al regno.
Collegamento fra le lettureLa solennità odierna collega armonicamente le tre letture della liturgia della Parola. La fede in Gesù proclamata da Pietro "nella regione di Cesarea di Filippi", a nome di tutti i discepoli, diventa in lui sempre più cosciente dopo che la potenza della resurrezione gli ha fatto percorrere le stesse tappe vissute dal maestro. Il testo di Atti si colloca in questa linea. Pietro, sempre in Atti, esce dal carcere guidato "dall'angelo del Signore". Solo questa presenza ed il suo potente intervento lo destano dal sonno, lo liberano dalle catene e lo abilitano al cammino che lo sta attendendo: "metti la cintura e legati i sandali". La strada sulla quale Pietro viene portato è la missione dell'annuncio evangelico fino al dono di sé. La stessa idea è richiamata nella seconda lettura attraverso la figura di Paolo. Egli, discepolo e apostolo che ha dato tutto per "la buona battaglia", afferma con autorevolezza: "il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio". Ogni cristiano quindi, come gli apostoli, è invitato a "conservare la fede" in "Cristo, il Figlio di Dio" da loro trasmessa. Essa fa sperimentare concretamente il Signore, che libera da ogni male e rende testimoni coraggiosi del vangelo. Chi organizza la sua vita così ha la certezza di ricevere "la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, consegnerà... a tutti coloro che attendono con amore la manifestazione del suo amore".
La vita(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)