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Lectio divina VI domenica T.O. - C

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 13 febbraio 2022, VI domenica TO - Anno C

É beato chi dà il cuore a Cristo
Geremia 17, 5-8 . Salmo 1 . 1 Corinti 15, 12.16-20 . Luca 6, 17.20-26

Lettura
Gesù continua a svolgere il ministero in Galilea. Il suo insegnamento e le sue opere suscitano la reazione negativa degli scribi e dei farisei. Nel frattempo egli costituisce i dodici apostoli scegliendoli tra i discepoli, dopo aver trascorso tutta la notte sul monte a pregare (Lc 6, 13-16).

Lc 6,17.20-26
17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, [18che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. 19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.]
20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
"Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
25Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Commento
Il brano si apre presentando Gesù che, sceso dal monte dell'orazione con i dodici apostoli, viene circondato dai discepoli e da grande moltitudine di gente proveniente "da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone"; questa regione era abitata dai pagani. La gente cerca Gesù per ascoltarlo, per essere guariti e liberati dagli spiriti impuri. L'evangelista ha così presentato i destinatari ultimi del discorso di Gesù. Occorre però osservare che le parole del maestro, pronunciate "in un luogo pianeggiante", sono immediatamente dirette ai discepoli: "alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva". La prima beatitudine ("beati voi poveri, perché vostro é il regno di Dio"), riferita ai discepoli, dichiara beata non la povertà ma la persona che ha creato con Gesù una intensa relazione non condizionata da nulla di materiale. A chi è così, viene dato il regno di Dio. Per contrasto non sono beati ("guai a voi ricchi") coloro che pongono le loro sicurezze ed il loro cuore nei beni materiali. Questi costituiscono per la persona una barriera insormontabile che ostacola l'incontro con Gesù Cristo. I discepoli sono poi beati perché ora hanno fame, cioè il loro rapporto con Gesù Cristo esige l'accettazione di limitazioni e rinunce anche nei bisogni fondamentali della vita. Costoro parteciperanno al banchetto escatologico, preparato alla fine dei tempi, dove ogni limite e carenza umana sperimentati saranno compensati dalla condivisione del regno di Dio. Ma guai invece a chi cerca affannosamente di saziare i propri bisogni, escludendo Gesù Cristo dalla propria vita. Chi si comporta così resterà fuori per sempre dal regno. Sono infine beati quei discepoli che, seguendo "il Figlio dell'uomo", a causa sua ora piangono e sono odiati, insultati, esclusi e calunniati. Anche per questi il regno di Dio, a cui parteciperanno, sarà una ricompensa inimmaginabile. Invece chi cerca la felicità ad ogni costo e con ogni mezzo e narcisisticamente pretende di essere al centro dell'attenzione, desiderando d'essere superiore a tutti, costui è escluso dalla beatitudine e ha la sorte dei falsi profeti.

Per il discepolo la vera beatitudine consiste nell'aver creato un rapporto intenso con Cristo al punto da considerare tutto il resto secondario e marginale: ricchezze, necessità primarie, sofferenza e giudizio degli altri. Sono invece esclusi dalla beatitudine coloro che pongono nelle cose e nelle esperienze umane il loro cuore.

COLLEGAMENTO FRA LE LETTURE
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e allontanando il suo cuore dal Signore", così inizia la prima lettura tratta dal profeta Geremia. L'uomo che vive confidando esclusivamente sulle relazioni da lui create, gestite e controllate progetta un'esistenza piena di sventure, perché chiusa su se stessa. Egli, dice il profeta, è "come un tamerisco nella steppa", non vede il bene che lo circonda, è come se dimorasse nel deserto o "in una terra di salsedine" dove non cresce nulla. Invece è benedetto "l'uomo che confida nel Signore". Abbiamo incontrato lo stesso insegnamento anche nel brano evangelico. Per Gesù sono beati i discepoli poveri, affamati, piangenti e rifiutati per il vangelo. Costoro sono persone che fondano la loro esistenza nel rapporto col Signore e non si chiudono nel cerchio mortale del loro egoismo. S. Paolo, nella seconda lettura, completa l'insegnamento odierno. La fede in Cristo morto e risorto è la garanzia della beatitudine presente e futura.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)
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