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Lectio divina sul Libro dell'Apocalisse - 26

APOCALISSE
Ventiseiesima Lettura

L'Apocalisse dopo aver descritto i lamenti innalzati sulla terra dai re mercanti e naviganti a causa della caduta di Babilonia, la città del male, ora si descrivono i canti di festa che si spiegano in cielo.

Lettura
Ap 19
1Dopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva: "Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio, 2perché veri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha condannato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei il sangue dei suoi servi!". 3E per la seconda volta dissero: "Alleluia! Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!". 4Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo: "Amen, alleluia".
5Dal trono venne una voce che diceva: "Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi!". 6Udii poi come una voce di una folla immensa, simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano: "Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l'Onnipotente. 7Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello; la sua sposa è pronta: 8le fu data una veste di lino puro e splendente". La veste di lino sono le opere giuste dei santi. 9Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!". Poi aggiunse: "Queste parole di Dio sono vere". 10Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: "Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo con te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare. Infatti la testimonianza di Gesù è lo Spirito di profezia". 11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia. 12I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. 13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. 14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. 15Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. 16Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.
17Vidi poi un angelo, in piedi di fronte al sole, nell'alto del cielo, e gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano: 18"Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei comandanti, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi". 19Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. 20Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta, che alla sua presenza aveva operato i prodigi con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. 21Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca del cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

Commento
In antitesi al silenzio che era sceso sulla città punita ora si scatenano canti e musiche di lode e ringraziamento. Si inizia con "Alleluia", formula innica ebraica che significa "lodate il Signore"[1]. C'è un coro potente d'apertura (vv. 1-2) composto dagli angeli e dai santi. È un canto di lode [2]che ha come tema fondamentale il giudizio di Dio su Babilonia, la grande corruttrice dell'umanità con la sua idolatria (prostituzione), l'assassina di martiri. L'inno ha per oggetto l'opera di Dio, la sua salvezza (vittoria) sul male, il suo rendersi presente nella storia schierandosi dalla parte dei giusti e delle vittime (cfr. Sal 146,6-9). Il secondo coro v.3 evoca il crollo di Babilonia in modo lapidario. A questo punto si innalza la voce di coloro che formano la liturgia celeste ed innalzano inni di adorazione. Le loro sono parole essenziali bibliche di lode e ringraziamento: Amen e Alleluia. Anche Amen deriva dall'ebraico e risuonava nella liturgia templare. Nel v. 5 una voce solista traduce il termine alleluia e coinvolge nel canto l'assemblea dei giusti. Questo solista viene dall'area più sacra, il trono divino. È uno degli assistenti del trono e dietro a lui parte tutto il coro possente che innalza a Dio un inno di lode (cfr. Sal 47; 93; 96-99). Nel canto c'è la celebrazione del Regno di Dio che ha un progetto ben diverso da quello di Babilonia e lo porta a compimento. Questo regno sarà ora instaurato da Cristo. Nel canto troviamo anche il tema delle "Nozze dell'Agnello", che sarà il filo conduttore degli ultimi capitoli. Le nozze che Cristo l'Agnello celebrerà con la sua sposa, la Gerusalemme celeste perfetta e pacifica abitata dai santi e dai giusti (vv.7-8). Il linguaggio ed il simbolismo biblico spesso ricorrono a simboli nuziali per esprimere il legame intenso e d'amore che lega il Signore al suo popolo (Os 2,16-18; Is 54,5-6; Ez 16; Cantico). Nel Primo Testamento Dio si presenta come sposo di Israele e la sposa è infedele. Nell'Apocalisse lo sposo è Cristo – Agnello e la sposa è la Chiesa – Gerusalemme celeste, nuova e fedele. Nei vv. 9-10 si parla di pranzo di nozze e il pensiero corre ai racconti parabolici narrati da Matteo e Luca e annunciati da Gesù (Mt 22,2-14; Lc 14,16-24). La scena ha però una novità. Giovanni vuole prostrarsi davanti all'angelo ma lui lo impedisce e proclama che solo davanti a Dio ci si deve prostrare (forse si accenna ad una eresia presente in Asia Minore che considerava gli angeli come mediatori della salvezza). Nello stesso tempo qui si dichiara la grandezza dei cristiani che sono alla pari degli angeli. Col v. 11 siamo di fronte all'ultimo duello tra Bene e Male, tra Logos e la Bestia. Si inizia con la presentazione di un profilo glorioso di un cavaliere che siede su un cavallo bianco che rimanda alla gloria divina. Il cielo è spalancato davanti a Giovanni come al battesimo di Gesù al Giordano (Mt 3,16). Il nome nella Bibbia è la definizione della persona, il suo progetto di vita. Fedele e Veritiero indicano il perfetto rivelatore dei misteri divini. Allora si deve pensare che questo cavaliere sia Gesù Cisto "La Parola fatta carne". Vi è poi un'altra visione di un angelo che sta davanti a Cristo. La presenza di uccelli e rapaci è un rimando apocalittico che banchettano su morti di ogni genere. La Bestia col suo corteo, opposti al cavaliere divino, cadono catturati e distrutti. Il falso profeta incarna la degenerazione spirituale le deviazioni religiose che sono opera di satana. Satana opera anche nel fanatismo spirituale, nell'inganno spirituale e nella superstizione magica.
- Quanto è importante nella vita la lode al Signore. La liturgia di lode è una vera esperienza di comunione con Dio.
- Solo davanti a Dio e a Cristo occorre prostrarsi.
- Vi è un invito ad esaminare le nostre pratiche religiose.

[1] Composto di due voci ebraiche, hallelū (\ebraico\) "lodate" e Yāh (\ebraico\), forma breve del nome divino Jahvè. Si trova scritto in numerosi salmi, come formula dossologica, al principio, e in qualche caso alla fine.
[2] Deriva dalla radice semitica 'mn col senso "sostenere, esser saldo", quindi "esser sicuro, certo, veritiero", ecc. Nella Bibbia è usato per lo più avverbialmente, sia per confermare ciò che altri ha detto ("sicuro! certo!"), sia per dare enfasi alla propria asserzione ("in verità!). deriva il termine dalla radice 'aman da cui derivano 'emunah (fede) e 'emet (fedeltà).
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