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Lectio divina sul Libro di Qoelet - 5

5 Qoelet (qhlt) – Ecclesiaste

Fino a questo punto abbiamo incontrato quelle che sembrano le linee portanti del pensiero di Qoelet. Ora l'autore cerca di definire la determinazione dei tempi.

3, 1Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
2C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
3Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
7Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?

10Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. 11Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine. 12Ho capito che per essi non c'è nulla di meglio che godere e procurarsi felicità durante la loro vita; 13e che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro, anche questo è dono di Dio. 14Riconosco che qualsiasi cosa Dio fa, dura per sempre; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché lo si tema. 15Quello che accade, già è stato; quello che sarà, già è avvenuto. Solo Dio può cercare ciò che ormai è scomparso.

v. 1 "momento" e "tempo" qui sono sinonimi e significa che ogni cosa che accade sulla terra avviene in un determinato tempo storico.
vv. 2-8 Le azioni umane possibili sono per Qoelet coppie di 14 con i loro opposti. Poiché sono 7x2 significa che qui l'autore voleva significare tutte le azioni umane. Prima si annuncia l'azione negativa e poi quella positiva e dal v.5 si alternano positivo e negativo nell'apertura.
Questi versetti sono spesso interpretati con un determinismo universale di Dio e l'uomo non può ne conoscere ciò che accadrà ne modificare gli eventi. Forse non è così che si devono interpretare i versetti in questione. Certamente ogni cosa ha il suo tempo ed è questo il pensiero sapienziale di Israele e dei popoli antichi e di ogni tempo. È vero che Qoelet con questa specie di filastrocca accentua l'idea del tempo adatto per tutto e che non ha paragoni con altri tempi. Per capire il senso e l'insegnamento da trarne si dovrà rileggere il testo alla luce del contesto in cui viene pronunciato.
L'annuncio programmatico (1,2-11) ha mostrato che non c'è utilità nell'opera dell'uomo perchè essa è parte di un processo cosmico ripetitivo che ritorna sempre continuamente su se stesso, non ha né inizio né fine e perciò non ha storia e non lascia ricordo. L'attività umana che Qoelet ha intrapreso su questa base è uno sforzo faticoso di tenere insieme gli opposti: sapienza e stoltezza (1,2-2,10). In questo processo una domanda ritorna continuamente: "qual è l'utilità di colui che lavora in quello in cui fatica?"

v. 9 Qui abbiamo la domanda fondamentale che l'autore si propone. È una domanda aperta che per ora non ha risposta.

Qoelet introduce la nozione di tempo adatto. Cioè c'è un tempo per ogni cosa e un tempo per il suo contrario. Con questo principio si tengono insieme gli opposti, la chiave che premette di entrare nel problema. Non si può fermare il processo che è inarrestabile, ma in questo modo ogni attività viene ancorata al suo momento. Questo ancoraggio la salva dal fluire perenne e le da rilievo e consistenza, la fa entrare nella storia perché produce ricordo. In conclusione la fa diventare un'attività che procura un vantaggio per chi la compie.

vv. 10-11 Il ragionamento di Qoelet, introducendo il concetto di tempo giusto, dimostra che l'attività umana è riscattata in quanto è ancorata all'attività di Dio che "tutto ha fatto bello". Egli si rifà al principio: Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino (si occupino di essa). Si ricollega a 1,3 e si pone il problema del senso dell'attività umana, ma con una prospettiva diversa. Collocare l'attività umana sul terreno solo nel tempo adatto da ad essa senso e significato. Resta il limite per l'uomo di non arrivare mai a conoscere l'opera di Dio nella sua interezza.

vv. 12-15 questo lato nascosto della sapienza ha due scopi ben precisi introdotti da frasi simili: "ho capito" e "riconosco" che possono essere tradotti entrambi anche con "so che". Il primo scopo e che l'uomo goda delle opere di Dio. Anche il mangiare, il bere e il lavoro vengono da Dio e sono fonte di gioia. Il secondo scopo indica che il godere dell'uomo è uno scopo dell'opera divina e ciò che Dio fa è fatto bene e dura per sempre. Qui dobbiamo dire che la riflessione di Qoelet non è pessimistica. Anche l'opera di Dio si colloca nel fluire cosmico e lui solo può fissare anche quello che è avvenuto nel passato. Questa consapevolezza porta al "timore di Dio" che consiste non nella paura ma nella sua venerazione e rispetto.

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