LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 5 marzo 2023 - II domenica di Quaresima
Solo Gesù può donare la salvezza del PadreGenesi 12, 1-4a . Salmo 32 . 2 Timoteo 1, 8b-10 . Matteo 17, 1-9
LetturaDopo il tredicesimo capitolo, in cui Gesù attraverso parabole parla del regno dei cieli, seguono altri due dove l'evangelista ha raccolto episodi di conflitto e di rivelazione. I conflitti sono con gli abitanti di Nazaret o con altri connazionali, nei confronti dei quali Gesù contesta il modo di applicare la legge. Attraverso miracoli egli si manifesta sempre più alle genti, per poi arrivare a parlare direttamente e personalmente con i discepoli. Infatti, dopo aver chiesto ad essi, ed in particolare a Pietro, di professare la fede, nel famoso dialogo avvenuto a Cesarea di Filippo, Gesù fa conoscere ai discepoli che egli dovrà morire e che anch'essi nella vita porteranno la croce dietro a lui. Con questa esperienza che vivono cerca di rincuorarli.
Mt 17, 1-91Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: "Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo". 6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: "Alzatevi e non temete". 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".CommentoIl brano del vangelo della seconda domenica di quaresima è abitualmente chiamato "vangelo della trasfigurazione". Questa, di fatto, costituisce soltanto uno degli aspetti in cui si articola il racconto di Matteo. Il primo versetto funge da introduzione. Qui l'evangelista colloca geograficamente la scena - "in disparte, su un alto monte" - e presenta i personaggi. Gesù è il protagonista. Egli, prendendo l'iniziativa, porta "con sé Pietro, Giacomo e Giovanni", tre dei suoi discepoli. La vicenda sul monte si snoda in tre sequenze. Nella prima troviamo presentata la trasfigurazione di Gesù, attraverso la quale egli cambia radicalmente l'aspetto del suo volto ed anche delle vesti, e l'apparizione di Mosé ed Elia, che si intrattengono amabilmente con lui. Alla scena assistono direttamente i discepoli, perché tutto avviene "davanti a loro". La seconda si apre con le parole di Pietro rivolte a Gesù. Egli, che desidera prolungare quell'esperienza, perché era per loro bello stare sul monte, propone la costruzione di tre capanne per Gesù ed i personaggi celesti, affinché la loro presenza potesse perdurare. Segue poi una nuova apparizione: "una nube luminosa li coprì con la sua ombra". La nube, nella tradizione biblica, è il segno concreto della presenza di Dio. È Dio Padre, quindi, che in quel momento si fa presente sul monte e la voce udita ne è la conferma. Le parole pronunciate da Dio riguardano Gesù, il quale non è come Mosé ed Elia, anche se si colloca in quella scia luminosa. Gesù è proclamato "Figlio amato", voluto e scelto dal Padre per rivelare e realizzare la salvezza definitiva degli uomini. Per questo occorre ascoltarlo. La sequenza si chiude riportando l'attenzione sui discepoli che, "presi da grande timore cadono con la faccia a terra", in quanto non riescono a reggere davanti al mistero di Dio che si rivela. Nell'ultima sequenza Gesù prende nuovamente l'iniziativa e, coerentemente con la missione ricevuta dal Padre, si avvicina ai discepoli, li tocca, risollevandoli dalla prostrazione in cui erano caduti, e con le sue parole li invita a non aver paura. I discepoli, infatti, d'ora in poi vedranno solo Gesù e solo lui potrà far giungere fino a loro la salvezza, dono del Padre. La conclusione del brano presenta il gruppetto che scende dal monte e le consegne date da Gesù ai suoi: "non parlate a nessuno di questa visione ...". Infatti, soltanto dopo la resurrezione di Gesù essi avranno piena consapevolezza del dono ricevuto e dell'esperienza fatta; allora saranno anche in grado di parlare in modo significativo, cioè essere testimoni.
Si può dire che ai discepoli, chiamati a seguire il maestro da vicino condividendo anche la croce, affinché non si perdano d'animo, Gesù concede ad alcuni di viver la forte esperienza sul monte. In quel luogo egli non solo è presentato continuazione e compimento della storia della salvezza, ma, attraverso le parole del Padre, è indicato come l'unico che possa risollevare i suoi, dar loro coraggio, interpretare le parole del Padre e rendere partecipe della salvezza. Questa sarà sperimentata pienamente soltanto con la resurrezione di Gesù e dei discepoli, di cui la vicenda sul monte è un anticipo. Nel frattempo Gesù continua a camminare amorevolmente con i suoi per i sentieri del mondo e del tempo.
La vitaCerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)
APOCALISSE
Quattordicesima Lettura
Lettura
Siamo sempre all'interno della sala dove si celebra la liturgia celeste. Dopo la triplice visione che ha accompagnato l'apertura del 6 sigillo, nel capitolo ottavo si spezza l'ultimo sigillo.
Ap 8, 1-131Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora.2E vidi i sette angeli che stanno davanti a Dio, e a loro furono date sette trombe. 3Poi venne un altro angelo e si fermò presso l'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull'altare d'oro, posto davanti al trono. 4E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi. 5Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono tuoni, voci, fulmini e scosse di terremoto.6I sette angeli, che avevano le sette trombe, si accinsero a suonarle.7Il primo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata.8Il secondo angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliato nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 9un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.10Il terzo angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 11La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare.12Il quarto angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.13E vidi e udii un'aquila, che volava nell'alto del cielo e che gridava a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra, al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!".CommentoL'Agnello Cristo rompe l'ultimo sigillo che chiudeva il libro della storia umana. In cielo si crea un silenzio magico e surreale, segno di stupore e di contemplazione (v. 1). Che significa la citazione di un silenzio di mezz'ora? È un tempo breve e imperfetto. È un silenzio di sospensione e di attesa di un evento che viene seguito col fiato sospeso. Poi l'apostolo vede sette angeli di alto rango che stavano ritti davanti a Dio ai quali vengono consegnate sette trombe. Si prepara un evento da vedere e da sentire. Appare un altro messaggero divino che si accosta all'altare del tempio celeste. qui vediamo un collegamento ancora con il Tempio di Gerusalemme dove c'era l'altare dell'incenso sul quale continuamente si innalzava il fumo profumato simbolo della preghiera del popolo (Es 30,1-10 e Sal 141,2). Il rito descritto sembra richiamare il sacrificio vespertino al Tempio quando il sacerdote con un carbone preso dall'altare degli olocausti incendiava un pugno di incenso sull'altare d'oro dei profumi. Anche nel tempio celeste sale questo profumo che è formato dalle preghiere fatte dai santi che stanno davanti al trono di Dio e dagli angeli (v.4). Improvvisamente la scena liturgica viene attraversata come da un fulmine. Con un gesto inatteso l'angelo scaglia l'incensiere colmo di fuoco sulla terra. Al posto del silenzio e della lode precedenti subentrano tuoni, fulmini, clamori e terremoto. Che senso possiamo dare a questi due momenti? Forse si deve pensare che la preghiera dei santi-cristiani è un appello efficace perché Dio irrompa nella storia per correggerla, per vincere il male e cancellare le vergogne presenti. Ma quel fuoco è anche calore e luce per i credenti che assistono all'irruzione divina nella storia. Col v.6 si apre un nuovo possente settenario degli angeli trombettieri. La tromba nella Bibbia non è solo uno strumento musicale liturgico ma è anche simbolo che scandisce l'irrompere dei tempi ultimi del mondo e dell'umanità (cfr. Giele 2,1; Sofonia 1,16; 1Tes 4,16). Il suono dei primi quattro squilli di tromba è descritto con scene parallele tra loro. È da notare che i flagelli, che accompagnano ogni squillo, si collegano alle piaghe descritte nel libro dell'Esodo piombate sugli egiziani (7,14-11,10). Il primo angelo col suo squillo di tromba introduce una sciagura planetaria. Essa rimanda all'ultima piaga d'Egitto, quella della grandine e dei fulmini, qui si aggiunge anche il sangue (cfr. v.7 ed Es 9,23-25). Queste immagini hanno lo scopo di mettere in scena ed immaginare come potrebbe essere il giudizio divino sulla storia. Non è il giudizio finale e definitivo, soltanto un terzo subirà il giudizio. Questo significa che è uno sconvolgimento controllato dell'armonia e dell'ordine della creazione, che Dio decide per correggere l'umanità. La scena seguente il suono della seconda tromba sembrerebbe evocare l'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C. L'autore si ispira a modelli apocalittici tradizionali che descrivevano caduta di corpi celesti (vv.8-9). Il mare si fa parzialmente sangue e l'immagine rimanda al Nilo che divenne sangue (cfr.7,20-21). La catastrofe colpisce la terra, il mare e tutta la natura. Al terzo squillo di tromba sono ancora le acque ad essere colpite, quelle dolci e potabili (vv.10-11). A causa della caduta di un asteroide chiamato Assenzio, che richiama un sapore amaro (cfr. le acque amare nel deserto Es 15,23-26). Questi flagelli che cadono dal cielo sembrano alludere alla ribellione e caduta degli angeli che largo spazio ebbero nella letteratura apocrifa giudaica. Le stelle incarnavano gli angeli e la stella che cade diventa simbolo della caduta degli angeli (cfr. Lc 10,18). Col suono della quarta tromba si passa al cielo e all'aria (v. 12). La nona piaga d'Egitto consisteva nell'oscurarsi del sole e degli astri (Es 10,21-23). Ora viene ripresentata con lo sconvolgimento dei ritmi del sole, della luna e delle stelle. Le tenebre però non dominano completamente sul mondo, solo un terzo della luce è annientata. C'è ancora tempo per decisioni che possono mutare la nostra sorte. Alla fine nel cielo appare un'aquila che sembra mettere in guardia per evitare successivi flagelli collegati con le altre trombe. Dio nella Bibbia è raffigurato come aquila che protegge i suoi piccoli (cfr. Es 19,4 e Dt 32,11).
- Dio interverrà sicuramente nella storia per equilibrare le cose.
- Il giudizio di Dio ci sarà ma non sappiamo come sarà. Che idea abbiamo del giudizio di Dio?
- La preghiera dei cristiani e l'ascolto di Dio possono fare in modo che il giudizio sia benevolo e che si possa attuare delle celte che porteranno ad evitare la condanna. Cosa possiamo fare noi?
La vitaCerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?
LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 26 febbraio 2023 - I domenica di Quaresima
Fidarsi del Padre per vincere il demonioGenesi 2, 7-9; 3, 1-7 . Salmo 50 . Romani 5, 12-19 . Matteo 4, 1-11
LetturaIl vangelo della prima domenica di quaresima ci riporta ai capitoli che precedono il "discorso della montagna", del quale abbiamo già letto alcuni passi nelle domeniche precedenti. Siamo agli inizi della vita pubblica di Gesù e l'evangelista Matteo sta tracciando le coordinate del ministero del Messia, che poi si svilupperanno per tutta l'opera. Gesù ha ormai vissuto il battesimo al fiume Giordano, con la rivelazione ad esso collegata. Ora si incontra un racconto pure importante e nodale per la vita di Gesù e per quella dei discepoli.
Mt 4, 1-111Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane". 4 Ma egli rispose: "Sta scritto:Non di solo pane vivrà l'uomo,ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6 e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardoed essi ti porteranno sulle loro maniperché il tuo piede non inciampi in una pietra".7 Gesù gli rispose: "Sta scritto anche:Non metterai alla prova il Signore Dio tuo".8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9 e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". 10 Allora Gesù gli rispose: "Vattene, Satana! Sta scritto infatti:Il Signore, Dio tuo, adorerai:a lui solo renderai culto".11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.CommentoIl racconto delle tentazioni secondo Matteo è costituito da un'introduzione, da tre scene centrali collegate tra loro e da una conclusione. Nel deserto, sul Tempio di Gerusalemme e sul monte alto si affrontano i due personaggi principali: Gesù ed il diavolo. Vediamo meglio il testo nei suoi particolari. Nei primi due versetti si presenta dapprima Gesù che è "condotto dallo Spirito nel deserto". Egli, dopo essere stato riconosciuto ufficialmente unito allo Spirito al Giordano, è da lui quasi spinto con forza nel deserto. È qui che, come gli antichi profeti, ha la possibilità di approfondire ulteriormente la sua missione, delineatasi col battesimo. Il deserto, come lo fu per Israele, è anche per Gesù il luogo della tentazione. Questa è attuata "dal diavolo" - traduzione greca del termine ebraico "satana" - dopo che Gesù, come Mosé sul Sinai (cfr. Es 34,28), ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, perché afferrato unicamente dal rapporto esclusivo col Padre. Tre sono le tentazioni del demonio. La prima si aggancia ad un bisogno primario provato da Gesù: la fame. Il demonio, proponendo la sua soluzione – "di che queste piete diventino pane" -, non solo tende a risolvere il problema della fame, ma offre a Gesù l'opportunità di manifestare finalmente la sua identità di Messia - Figlio di Dio, così come Dio manifestò la sua grandezza a Israele nel deserto, donando la manna. Gesù non ci sta. Egli, come ogni credente, sa che Dio provvede a tutte le necessità dell'uomo, anche a quelle materiali, le quali non devono mai offuscare il primo compito di tutti: vivere "di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". La seconda tentazione ha come sfondo Gerusalemme e precisamente la parte più alta del Tempio. Il demonio, con una citazione presa dalla Bibbia, chiede a Gesù di realizzare un gesto spettacolare: buttarsi giù dal pinnacolo. Era, infatti, convinzione in Israele che la rivelazione del Messia avrebbe avuto inizio dal Tempio della Città santa. E quale occasione migliore di quella poteva presentarsi a Gesù per manifestarsi a tutti? La risposta è ancora categorica: "non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Così Gesù smaschera da un lato l'uso sbagliato che il demonio fa della Scrittura (quando serve soltanto a giustificare i progetti umani) e dall'altro una spiritualità fasulla che, dietro a gesti religiosi, di fatto vuole usare Dio e desidera piegare Dio ai propri interessi. Qui abbiamo contenute tutte le tentazioni insite in una religiosità formale, alla ricerca solo di se stessi e dei propri interessi di parte, e non veramente finalizzata alla comunione autentica con Dio. L'ultima tentazione avviene su "un monte altissimo" che richiama ancora il monte Sion, sul quale sarebbe stato intronizzato il Messia discendente di Davide. Da quella postazione il diavolo, mostrando a Gesù "tutti i regni del mondo e la loro gloria" e promette che tutte quelle cose sarebbero state sue a condizione che Gesù si fosse prostrato davanti a lui in adorazione. Qui è chiesto a Gesù di sostituire l'adorazione dell'unico Dio e Padre con la prostrazione davanti ad una divinità forte, che dà potere agli uomini. Anche questa è tentazione costante per l'uomo e si trovano le sue tracce fin dalla vicenda dei progenitori nel giardino primordiale. È facile abbandonare Dio, le sue promesse e la sua fedeltà per seguire invece chi, illudendo, vuole offrire materialmente e concretamente sicurezza, potere, tranquillità, benessere e ordine. Gesù smaschera la pretesa idolatrica del diavolo: "vattene satana!". Gesù partecipa alla signoria di Dio non percorrendo facili scorciatoie, ma restando Figlio fedele al Padre, fino all'ubbidienza estrema del Calvario. Questo per altro è il senso di: "il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto". La conclusione della pericope, presentando la fuga del diavolo e la comparsa degli angeli che servono Gesù, richiama la sua vittoria definitiva sul male e la realizzazione delle promesse del Padre fedele.
In conclusione, le tentazioni vissute da Gesù riassumono le prove sperimentate da Israele e anticipano quelle incontrate dai suoi discepoli. La fiducia totale nel Padre fedele, come scelta prioritaria nella vita, e le motivazioni forti trovate nella Scrittura permettono a chiunque, come ha fatto Gesù, di non soccombere al maligno.
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(scegliere un impegno da vivere nella settimana)
APOCALISSE
Tredicesima Lettura
Lettura
Siamo sempre all'interno della sala dove si celebra la liturgia celeste. Nel capitolo settimo si stanno aprendo gli ultimi due sigilli: sesto e settimo.
Ap 7, 1-171Dopo questo vidi quattro angeli, che stavano ai quattro angoli della terra e trattenevano i quattro venti, perché non soffiasse vento sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. 2E vidi salire dall'oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: 3"Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio". 4E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele: 5dalla tribù di Giuda, dodicimila segnati con il sigillo; dalla tribù di Ruben, dodicimila; dalla tribù di Gad, dodicimila; 6dalla tribù di Aser, dodicimila; dalla tribù di Nèftali, dodicimila; dalla tribù di Manasse, dodicimila; 7dalla tribù di Simeone, dodicimila; dalla tribù di Levi, dodicimila; dalla tribù di Ìssacar, dodicimila; 8dalla tribù di Zàbulon, dodicimila; dalla tribù di Giuseppe, dodicimila; dalla tribù di Beniamino, dodicimila segnati con il sigillo.9Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. 10E gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all'Agnello".11E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: 12"Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen".13Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: "Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?". 14Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello. 15Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. 16 Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, 17perché l'Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi".CommentoSiamo davanti alla seconda visione che accompagna l'apertura del sesto sigillo. Entrano in scena per primi i 4 angeli posti ai quattro punti cardinali, come sentinelle collocate agli estremi confini della terra per sorvegliare. Già nell'AT i venti erano visti come messaggeri di Dio (Sal 104,4). Ora i venti devastatori sono controllati dai 4 angeli che hanno l'ordine di imbavagliare per un certo periodo i venti perché non provocassero danni. I 4 angeli simboleggiano ancora che Dio è signore sul tempo e sulla creazione. Questa idea è svelata da un quarto angelo che appare ed ha in mano il sigillo di Dio destinato a segnare sulla fronte i suoi servi. Egli comanda ai quattro angeli di bloccare i venti terribili portatori del giudizio divino. Dio da una pausa, una tregua all'intervento distruttivo di Dio e dell'Agnello. In questa sosta l'angelo di Dio segnerà solennemente sulla fronte tutti i membri del popolo di Dio. Qui Giovanni si ispira ad Ezechiele, quando il profeta al momento della distruzione di Gerusalemme (586 a.C.). Sulla fronte di coloro che non avevano ceduto all'idolatria veniva segnato il Tau, ultima lettera dell'alfabeto ebraico, che equivaleva a una firma di autentificazione perché costoro venissero risparmiati nello sterminio degli abitanti della città santa (cfr. Ez 9,4). Anche nell'Apocalisse i fedeli riceveranno sulla fronte un segno, impresso col sigillo divino dell'angelo che è entrato in scena da dove sorge il sole, dalla risurrezione di Cristo, e i fedeli partecipano alla resurrezione attraverso il battesimo che protegge dal giudizio. Anche il segno della croce protegge il battezzato dal male assieme col segno dello Spirito Santo donato al cristiano.
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- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?
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1° Incontro Dall'Eucarestia alla vita Eucaristica (23.02.2023)
L'Eucarestia è un'opera in cui agiscono 2 attori: Dio che chiama ad entrare nella sua gioia e la comunità che vive per mezzo di ognuno di noi, con tutte le nostre vite e le storie quotidiane che viviamo.
Ogni Eucarestia inizia nel momento in cui chiudi la porta di casa e ti avvii in Chiesa. Da quel momento inizia un viaggio: parti con la tua storia, la tua vita, il tuo lavoro, le tue relazioni e inizia una prima trasformazione. Da persona singola ti prepari a diventare Chiesa.
Poi nell'Eucarestia accade una seconda trasformazione: la comunità diventa Corpo di Cristo, e per mezzo di Cristo nella sua offerta e nel suo sacrificio arriviamo alla meta del viaggio: entriamo nel Regno dei cieli. Così anche noi viviamo questa offerta e questo sacrificio, offrendo la nostra vita, la nostra storia, i nostri pensieri: tutto possiamo offrire e tutto entra tra le mani di Dio.
Prepariamoci a vivere attivamente questa offerta personale per entrare nella gioia del Signore!
2° Incontro L'inizio del viaggio dei figli nel regno del Padre (2.03.2023)
L'Eucaristia è come un viaggio che inizia mentre usciamo dalla nostra porta di casa. Con la nostra vita arriviamo alla porta della Chiesa e attraversandola facciamo memoria del nostro battesimo, quel momento di grazie in cui il Signore ci ha resi suoi figli. Come Gesù è figlio e sacerdote, così ognuno di noi vive da figlio e nella liturgia vive il sacerdozio universale della Chiesa, che ci permette insieme di celebrare la gioia dell'Eucaristia.
Nel viaggio dell'Eucaristia, attraversata la porta della Chiesa, ci prepariamo, insieme a Gesù, a compiere il resto del viaggio, che ci conduce alla porta del Cielo e sperimentare la bellezza della vita piena che il Padre ha preparato per ognuno di noi.
Con un cuore accogliente verso il Signore Gesù che si rende presente e vivo in mezzo a noi ci prepariamo alla processione di ingresso, cantando insieme.
3° Incontro L’incontro di due desideri (9.03.2023)
L'eucaristia inizia quando la Chiesa è radunata nell'assemblea dei figli e delle figlie che innalzano l'unica preghiera di lode al Padre.
La prima parte della Liturgia è un profondo dialogo tra la Parola di Dio che viene proclamata e la risposta dell'assemblea che si innalza dal cuore accogliente e sorpreso per la misericordia di Dio che anche oggi si riversa nei nostri cuori.
Il Vangelo è Cristo stesso, la lieta notizia dell'amore folle del Padre per ogni creatura, e il culmine del Vangelo è la Pasqua di Gesù in cui tutte le figure antiche sono compiute.
la Parola di Dio entra nella nostra vita, riverbera di luce e pace e ci trasforma perché ognuno di noi possa vivere la propria dimensione "sacerdotale" nell'incontro con Dio nell'Eucaristia, e anche la nostra dimensione "regale" nella vita quotidiana, dove per mezzo delle nostre parole e delle nostre azioni quella Parola di Dio prende vita e trasforma sempre di più il mondo in quel Regno dei cieli che il Padre ha preparato per noi.
4° Incontro L'incontro di due desideri (16.03.2023)5° Incontro La preghiera eucaristica, il sacramento dell'amore (23.03.2023)6° Incontro I riti di comunione e i riti conclusivi (30.03.2023)