Archivio

Lectio divina IV domenica d'Avvento 2022

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Madonna della Salute
Goito 18 dicembre 2022 – IV Domenica d'Avvento

Per incontrare Cristo che salva
Isaia 7, 10-14 . Salmo 23 . Romani 1, 1-7 . Matteo 1, 18-24

Lettura
Il brano della quarta domenica d'avvento ci porta all'inizio del vangelo di Matteo. Nei primi capitoli l'evangelista enuclea il tema dominante, che poi svilupperà per tutta l'opera. L'origine storica di Gesù Cristo, figlio di Davide e figlio di Abramo, è stata ampiamente documentata dalla lunga genealogia, che precede immediatamente il nostro passo. Lì Gesù è indicato come compimento della promessa di una discendenza numerosa come le stelle del cielo e la sabbia del mare. Tale promessa si concretizza ulteriormente nel testo della nostra domenica.

Mt 1,18-24
18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".
22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; (25 senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù).

Commento
Il brano si apre con un titolo: "così fu generato Gesù Cristo". Esso fa da raccordo con la genealogia ed indica il tema: l'identità del nascituro. Nell'antichità, infatti, era convinzione comune che gli avvenimenti relativi all'inizio della vita di un personaggio famoso, indicassero già la sua vera identità. La vicenda narrata si articola in tre scene: il dramma di Giuseppe (1, 18b-19), la risposta del Signore attraverso il suo angelo (1, 20-23), l'esecuzione da parte di Giuseppe delle consegne ricevute (1, 24-25). Di quest'ultima parte la liturgia propone soltanto il v. 24 e lascia cadere il v. 25, perché molto discusso e di difficile interpretazione. La prima scena descrive la tensione vissuta da Giuseppe quando si rende conto che Maria, sua promessa sposa, è incinta. L'evangelista, sapendo che i lettori sono credenti, specifica subito l'avvenimento dicendo: "viene dello Spirito santo"; così anticipa la soluzione del caso. Giuseppe, marito legittimo di Maria, trovandosi ad essere "padre" di un figlio non suo, non si sente di rimandare la sua sposa con un atto di ripudio, secondo le prescrizioni del suo popolo (se una donna risultava incinta nel periodo che andava dal contratto di matrimonio fino alla convivenza ed il fidanzato non era il padre, doveva essere denunciata e poi processata e poi lapidata). Egli sceglie una via d'uscita più morbida e decide "di ripudiarla in segreto". "Mentre però stava considerando queste cose", viene a Giuseppe la risposta dal Signore per mezzo di un suo angelo. È questa la scena centrale che, attraverso il "sogno", si collega con l'esperienza dei padri antichi, anch'essi guidati dal Signore nelle loro scelte fondamentali. L'angelo di Dio invita Giuseppe a non temere "di prendere... Maria", perché "il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo". Giuseppe poi, in quanto discendente di Davide, deve riconoscere il figlio e dargli il nome. Il nome Gesù, indicato dall'angelo, non solo presenta l'identità del bambino, ma anche la sua missione: "egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo realizza pienamente quanto è preannunciato dalle Scritture. Gesù è l'Emmanuele, secondo la citazione isaiana, cioè "Dio con noi" (cfr. Mt 28,20). In Gesù Cristo si compie dunque quella promessa che percorre tutta la storia biblica. Il quadro si chiude con l'ultima scena. Giuseppe, svegliatosi dal sonno esegue quanto l'angelo del Signore gli aveva detto.

In conclusione, per l'evangelista Matteo, Giuseppe è il rappresentante ed il prototipo di tutti gli uomini a cui è destinata la rivelazione di Dio portata, nel suo momento culminante, da Gesù Cristo. I dubbi e le incertezze, causate dalla novità di Dio, che irrompe nella storia dei singoli e delle comunità, vengono fugati se ci si lascia guidare dall'angelo del Signore, che anche oggi, sotto forme diverse, si avvicina a noi e ci guida alla salvezza. Due modi sicuri attraverso i quali Dio parla a noi, per farci incontrare Gesù Cristo che salva dai peccati, sono le Scritture e la vita comunitaria.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo, che mi è ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

La preghiera
Ciascuno di noi formuli ora una preghiera ispirata dal vangelo.
Oppure condivida la riflessione fatta.

Lectio divina sul libro dell'Apocalisse- 3

APOCALISSE
Terza Lettura

Lettura
Abbiamo detto che il libro dell'apocalisse era una lettera scritta ad una comunità ed il testo veniva letto nell'assemblea liturgica. Ravasi dice che è come se una assemblea liturgica fosse radunata in una cattedrale e il lettore si alza e legge a leggere la lettera. Dopo l'introduzione ora parla Giovanni.

Ap 1, 9-20
9Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù. 10Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: 11"Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Èfeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa".
12Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d'oro 13e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. 14I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. 15I piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque. 16Teneva nella sua destra sette stelle e dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza.
17Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: "Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo, 18e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. 19Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito. 20Il senso nascosto delle sette stelle, che hai visto nella mia destra, e dei sette candelabri d'oro è questo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese, e i sette candelabri sono le sette Chiese.

Commento
Il brano si divide in due parti. I vv. 9-11 il testimone, Giovanni si presenta, e i vv. 12-20 la visione avuta dal testimone.
Giovanni parla della sua esperienza di veggente (vv. 9-11) strutturando il discorso attorno a tre coordinate. La prima è spaziale, era nell'isoletta di Patmos, a 100 km a sud-ovest di Efeso, luogo di pena e di confino, usato da Roma come ricorda anche Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturale (IV,12,23). Egli era là rinchiuso a causa della sua testimonianza di fede. Per i cristiani era un tempo difficile e anche gli ascoltatori della lettera vivevano questa difficoltà: la persecuzione. Era un mondo ostile alla fede. La seconda è temporale, era il "giorno del Signore", la domenica il giorno della memoria liturgica della Pasqua di Gesù. La terza è soprannaturale, Giovanni sente una voce, ha una visione composta da voce e visione. Egli sente e vede. Riceve così la missione che si svilupperà su due coordinate la scrittura di un testo e la sua comunicazione alle chiese. Il nome di queste chiese dell'Asia Minore erano le città più importanti sulla riva del Mediterraneo.
Nei vv. 12-20 Giovanni descrive la visione avuta in quella domenica nell'isola di Patmos. Rappresenta un grande quadro che al centro ha Gesù Cristo. Lo sfondo è costituito dai sette candelabri (rimando alla Menorà ebraica) e ogni lume è indipendente e rimanda alle sette chiese. Il significato è che Cristo è in mezzo alle comunità dei fedeli. Al centro c'è Gesù Cristo indicato col titolo apocalittico e messianico di "Figlio dell'uomo" (cfr. Daniele 7) e presentato così anche dai vangeli. Il suo abbigliamento rimanda alla figura del grande sacerdote della nuova alleanza. La capigliatura bianca era propria di Dio (cfr. Daniele 7,9) e segno di eternità. Gli occhi come fuoco sia amore come giudizio distruttore. I piedi di bronzo denotano fermezza e stabilità. La sua voce richiama Ezechele (1,24; 43,2) ed indica la sua trascendenza e la sua superiorità. La sua destra afferra sette stelle, che rappresentano gli angeli custodi delle chiese o anche semplicemente i vescovi delle chiese. La lingua indica che la parola di Cristo non è semplice aria ma è una sentenza efficace che giudica e colpisce il peccato (Isaia 11,4). Il volto luminoso di Cristo rimanda alla luce pasquale e alla trasfigurazione dei vangeli (Mt 17,2). Davanti a questa visione Giovanni resta atterrito, ma Gesù lo invita a non temere e la sua presenza di Risorto guiderà la sua missione di scrivere e annunciare alle chiese il messaggio di Cristo.

Alcuni punti di riflessone e di approfondimento:
- La vita cristiana può comportare incomprensioni e persecuzioni.
- Nel Giorno del Signore Gesù parla anche a noi e ci affida sempre una missione da attuare, con la testimonianza della vita e con l'annuncio.
- Nella comunità è presente ed opera il Risorto.
- Egli è la forza e la causa di ogni missione o vocazione da compiere senza paura.
- Ogni vocazione va realizzata e sostenuta con perseveranza e senza paura.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?

Lectio divina III domenica d'Avvento 2022

LETTURA - COMMENTO - VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 11 dicembre 2022 – III di Avvento A

Per non essere scandalizzati da Gesù
Isaia 35, 1-6a.8a.10 . Salmo 145 . Giacomo 5, 7-10 . Matteo 11, 2-11

Lettura
Dopo aver presentato nel capitolo decimo i nomi dei dodici discepoli e le istruzioni date a loro per la missione, Matteo per due capitoli indica la reazione di alcune categorie di persone al ministero di Gesù e quindi, indirettamente, anche al servizio svolto dai discepoli. La prima figura incontrata è Giovanni Battista. Egli, che era stato arrestato, come si sa da Mt 4,12 ("avendo saputo dell'arresto di Giovanni..."), diventa anticipazione di quanto capiterà poi a Gesù a causa di una "generazione" incoerente nella sua esperienza religiosa.

Mt 11, 2-11
1 Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mando 3a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". 4 Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".
7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10 Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Commento
Il brano può essere suddiviso in due parti. Dapprima troviamo l'inchiesta di Giovanni e la risposta di Gesù (11, 2-6) e poi l'elogio di Giovanni da parte di Gesù (11, 7-11). Si inizia presentando Giovanni che dal carcere organizza, attraverso i suoi discepoli, un'inchiesta su Gesù. Giovanni, che aveva preparato la venuta del Messia e lo aveva indicato presente in mezzo al popolo, ora, sentendo "parlare delle opere del Cristo", avverte che l'immagine di Gesù non combacia pienamente con la sua idea di Messia; soprattutto Gesù non si è ancora manifestato come protagonista del giudizio di Dio e quindi egli vuol conoscere meglio e desidera sapere di più. Così fa porre la domanda di fondo ai suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". È questa un'esperienza comune nel cammino di fede alla sequela del Signore. Dopo i primi momenti di entusiasmo e di euforia, ci si accorge che Gesù Cristo non è spesso come lo si desidera e si vede che egli porta su strade impreviste, strane, al di fuori di qualsiasi logica benpensante. Allora sorgono tante domande, dubbi, inquietudini nei suoi confronti. A Giovanni e a chiunque si pone interrogativi sull'identità di Gesù, egli risponde: "andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista... ai poveri è annunciato il Vangelo". Egli invita a scorgere nelle opere compiute la novità contenuta nel suo ministero. Gesù conclude il discorso dicendo: "E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo". Gli insegnamenti e le opere di Gesù possono costituire un inciampo o un trabocchetto che fa cadere (questo è il senso di scandalizzare) e quindi tanti hanno concluso che non valeva la pena credere in lui, come è capitato a tante persone che lo hanno incontrato. È beato invece chi non si scandalizza, cioè chi sa vedere nel ministero di Gesù la salvezza presente nella storia e si apre alla speranza, fidandosi pienamente di Dio. Con la partenza degli inviati di Giovanni inizia la seconda parte del brano, in cui Gesù parla alle folle del profeta incarcerato. Le domande su Giovanni e le risposte date dallo stesso Gesù servono ad evocare il personaggio che aveva preparato la sua venuta e a scuotere ulteriormente i suoi uditori. Giovanni è "più che un profeta" e col suo ministero ha preparato l'incontro col Messia. Costui, venendo nella storia, è riconoscibile soltanto da chi attua una adeguata preparazione, la quale porta ad accoglierlo con fede. Per questo Gesù conclude dicendo che Giovanni è il più grande personaggio "tra i nati da donna", perché ha preparato la sua venuta, ma chi accoglie con fede l'opera del Padre, che si manifesta in Gesù, con lo stile dei piccoli del regno dei cieli, è più grande del Battista.

In conclusione la presenza del Messia nella storia non è immediatamente riconoscibile, perché egli si rivela attraverso segni luminosi e nello stesso tempo oscuri, perché caratteristici dell'umanità. Solo chi si lascia guidare dai profeti (di ieri e di oggi) e dai loro insegnamenti riesce a passare la cortina del buio e a superare il dubbio, per incontrare con fede il Signore. Egli nella storia, continua a rivelare la buona novella cioè il Vangelo attraverso i suoi inviati, cioè tutti noi. I piccoli, i semplici ed i poveri, perché senza pregiudizi, sono predisposti a riconoscerlo ed ad accoglierlo immediatamente.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo, che mi è ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina II domenica d'Avvento 2022

LETTURA COMMENTO VITA
Unità Pastorale Mincio
Goito 4 dicembre 2022 – II domenica di avvento A

Convertitevi, perché viene il Signore
Is 11, 1-10; Sal.71; Rm 15, 4-9; Mt 3, 1-12.

Lettura
Il brano evangelico della seconda domenica d'avvento porta il lettore ad incontrare l'inizio dell'attività di Gesù attraverso la predicazione ed il ministero di Giovanni Battista. Nell'architettura letteraria dell'evangelista Matteo siamo ancora nella parte introduttiva del vangelo, dove viene annunciato il tema con tutte le sue sfaccettature. Queste sono molto importanti perché poi si snoderanno all'interno di tutta l'opera. Analizziamo ora più da vicino il testo.

Mt 3, 1-12
1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".
3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12 Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".

Commento
Il brano di Matteo si divide in due parti. La prima, con due scene collegate tra loro, presenta la figura di Giovanni e la sua attività (Mt 3, 1-6); la seconda delinea la predicazione del Battista. La prima scena si apre con la presentazione del protagonista - "Giovanni il Battista" -, della sua attività di predicatore, svolta "nel deserto della Giudea", e del contenuto del suo messaggio proclamato: "convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". Di Giovanni si dice anche che è quel personaggio preannunciato negli oracoli del profeta Isaia, all'inizio del Libro della consolazione, che invita a preparare "la via del Signore a raddrizzare i suoi sentieri" per tornare in patria dalla prigionia in Babilonia (Is 40,3). La seconda scena si concentra sulla descrizione dell'abbigliamento del Battista, della sua dieta alimentare e del grande concorso di popolo dalle regioni vicine. Da Giovanni, che veste come gli antichi profeti e si ciba di alimenti puri, vengono persone "da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente al Giordano" per riscoprire le proprie origini, facendo memoria del deserto, per riconoscere l'infedeltà all'alleanza stipulata da Dio col suo popolo e per iniziare un nuovo stile di vita attraverso il rito penitenziale del battesimo nel fiume Giordano. La seconda parte del brano focalizza ulteriormente la predicazione di Giovanni evidenziando "l'attualizzazione" delle Scritture da lui compiuta. Egli, vedendo "molti farisei e sadducei venire al suo battesimo", li chiama "razza di vipere", perché attraverso un rito pensano di mettersi a posto nei confronti di Dio e continuare poi nella loro esistenza non chiara e compromessa col male. La conversione vera è invece testimoniata dal cambiamento radicale della vita e dalle opere concrete conseguenti. La venuta di uno più potente di Giovanni, a cui egli non è "degno neanche di portargli i sandali", butta definitivamente all'aria una religiosità esterioristica e solo formale e smaschera tutto ciò che non è autentico. La potenza dello Spirito Santo, di cui Gesù è portatore, non solo purifica ma anche costruisce e genera vita e realtà nuove.

In sintesi diciamo che per incontrare il Signore che viene è necessaria una vera conversione non solo detta con le parole ma realizzata con scelte concrete nell'esistenza. Anche i cristiani sono chiamati a conversione. Questo avviene se si lasciano istruire dalle Scritture e così escono dal perbenismo tradizionalistico, per camminare nella novità portata da Gesù Cristo e rinnovata continuamente dallo Spirito Santo.

La vita
(per continuare il lavoro nella riflessione personale)
Cerchiamo ora di interagire col testo del vangelo e chiediamoci :
- Quale parte del vangelo letto (in tutta la sua ampiezza) e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con quanto il vangelo ci comunica? Individuare almeno un punto su cui lavorare.
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è un contributo che io posso dare, per diffondere il vangelo o per realizzarlo, che mi è stato ispirato dal vangelo letto e meditato?
(scegliere un impegno da vivere nella settimana)

Lectio divina sul libro dell'Apocalisse- 2

APOCALISSE
Seconda Lettura

Lettura
Abbiamo detto che il libro dell'apocalisse era una lettera scritta ad una comunità ed il testo veniva letto nell'assemblea liturgica. Ravasi dice che è come se una assemblea liturgica fosse radunata in una cattedrale e il lettore si alza e legge a leggere la lettera.

Ap 1, 4-8
4Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, 5e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.

A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 6che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

7 Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
8Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!

Commento
Il testo si apre presentando i destinatari della lettera, cioè le comunità cristiane – le Chiese – presenti nelle città che sorgevano sulla costa mediterranea della Turchia. Notiamo il primo settenario che qui ricorre e poi il nome delle chiese ritornerà più avanti. Segue poi un saluto trinitario. Prima di tutto è indicato Dio Padre, colui che è, che era e che viene, cioè il passato il presente ed il futuro, dona la carìs (la grazia) e la pace (shalòm). Questi doni arrivano a noi attraverso "i sette spiriti" (altro settenario) che sono da pensare come la pienezza dei doni dello Spirito Santo. Ed infine attraverso Gesù Cristo il testimone, il primogenito dei morti (cfr. Col 1,18), il sovrano, il principe dei re della terra. Al lettore che ha proclamato la lettera l'assemblea risponde con una acclamazione di fede scandita in tre verbi che indicano tre opere compiute da Cristo. Egli ci ama ora e sempre e la sua morte in croce è stata la manifestazione sublime e più alta del suo amore. Col suo sangue ci ha redenti liberandoci dai peccati. Egli ci ha consacrati come re, profeti e sacerdoti realizzando quanto era stato annunciato alle pendici del Sinai quando Israele era stato proclamato "un regno di sacerdoti" (Es 19,6; Is 61,6).
Dopo la risposta dell'assemblea il lettore continua con una nuova professione di fede in Cristo (v.7). il versetto è una composizione di citazioni veterotestamentari. Prima di tutto si cita la visione del Figlio dell'uomo, il Messia che viene sulle nubi, così come lo ha cantato Daniele (cfr. Dn 7,13). La visione misteriosa del trafitto che suscita pentimento e conversione, è quanto ha cantato Zaccaria in 12, 10. È la celebrazione del Cristo crocefisso e glorioso. L'assemblea risponde con l'Amen liturgico, cioè sia così, vogliamo si realizzi tutto questo in noi.
Al v.8 abbiamo la grande automanifestazione di Dio con quattro titoli grandiosi: "Io sono" evoca la manifestazione di Dio a Mosè al roveto ardente Es 3,14; "Alfa e Omega" sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco e significa che Dio abbraccia e da senso a tutte le sillabe dell'alfabeto, a tutte le parole, gli atti degli esseri viventi e a tutto quello che accade nel mondo; Colui che è... (già visto al v.4) egli è il Signore del tempo e dell'eternità. Infine è l'Onnipotente il Pantocràtor.

Nella liturgia noi incontriamo la grandezza del mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Questa consapevolezza ci porta a vivere la liturgia non come qualcosa di nostro ma un evento di Dio nel quale noi siamo invitati ad immergerci. Pensiamoci!
Davanti a Dio che celebriamo prendiamo consapevolezza della nostra identità e della missione che lui ci affida e che noi dobbiamo accogliere e far crescere.
Siamo invitati a convertirci e ad accogliere con disponibilità questo grande dono di Dio.

La vita
Cerchiamo ora di interagire col testo biblico e chiediamoci:
- Quale parte del vangelo letto e commentato mi ha colpito di più e perché?
- Che cosa devo cambiare nella mia vita personale per essere in sintonia con l'insegnamento di Gesù?
- Nella mia vita sociale (famiglia, lavoro, relazioni, parrocchia) c'è qualcosa di urgente a cui io posso contribuire per un miglioramento evangelico della realtà?

S5 Box

BgMax